Fobia sociale

Nel DSM-IV la fobia sociale viene definita come una paura marcata e persistente che riguarda le situazioni sociali e/o prestazionali che possono creare imbarazzo (APA, 1994). L'esposizione alla situazione temuta quasi invariabilmente provoca una risposta ansiosa, che può prendere forma di attacco di panico situazionale. Le situazioni sociali spesso includono il mantenere il contatto visivo, incontrare persone che non si conoscono, parlare alla gente con autorità essere assertivi, essere ingaggiati in conversazioni casuali. Quelle prestazionali sono solitamente: parlare in pubblico, mangiare o scrivere con altri che guardano, usare i bagni pubblici e prestazioni davanti ad altri.

Gli adulti riconoscono che la loro paura è eccessiva o irragionevole. Più spesso la situazione sociale o prestazionale viene evitata, sebbene talvolta viene sopportata nel timore. La diagnosi è appropriata se l'evitamento, la paura o l'ansia anticipatoria concernente la situazione sociale o prestazionale interferiscono significativamente con la routine quotidiana, con il funzionamento lavorativo, la vita sociale dell'individuo o se la persona presenta un disagio significativo derivante dalla presenza della fobia stessa.

 

La diagnosi di fobia sociale può essere considerata, quando i pazienti hanno specificatamente paura di situazioni sociali e/o prestazionali. La prima distinzione va fatta rispetto al normale livello di timidezza o di ansia che possono creare situazioni nuove o prestazionali: per esempio quando le persone parlano di fronte a un vasto pubblico, quando sono chiamati a prestazioni scolastiche oppure durante gare di sport dove si devono esporre.

Nella diagnosi di fobia sociale si può differenziare, secondo il DSM IV, tra la fobia sociale specifica e la fobia sociale generalizzata.

La fobia specifica riguarda la paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall'attesa di un determinato e specifico oggetto o situazione.

Si può parlare di fobia sociale generalizzata quando le paure riguardano la maggior parte delle situazioni sociali che, generalmente, riguardano sia situazioni che prevedono situazioni sociali che prestazionali. Questi individui hanno maggiore probabilità di manifestare deficit nelle prestazioni sociali e di avere una grave menomazione sociale e lavorativa.

Secondo gli autori le persone che soffrono di una fobia sociale hanno scopi eccessivi rispetto alle valutazioni positive degli altri e assumano due credenze disfunzionali fondamentali: la credenza dell'inadeguatezza del proprio comportamento in situazioni sociali e la credenza delle conseguenze catastrofiche di tale comportamento.

Prima di entrare in una situazione sociale e/o di prestazione la persona richiama selettivamente alla mente fallimenti passati e si costruisce un'immagine negativa di sé come apparirà all'altro (una rappresentazione di sé come oggetto sociale) con la costante aspettativa di fallimento e, inoltre, focalizza l'attenzione sulle sue sensazioni corporee d'ansia . Il controllo continuo di segnali che indicano possibili errori e figuracce, genera attribuzioni disfunzionali e valutazioni errate che aumentano la percezione di pericolo sociale. I pazienti attivano comportamenti esagerati per ridurre l'ansia e le valutazioni negative. Questi possono essere, per esempio, la preparazione esagerata di una situazione temuta, la tendenza ad evitare sensazioni corporee, la tendenza a nascondere sintomi temuti, la tendenza a controllare gli effetti del proprio comportamento sugli altri.

 

Gli obiettivi del trattamento:

   -  riduzione delle emozioni eccessive e negative di vergogna e ansia

   -  riduzione del controllo eccessivo delle proprie emozioni e comportamenti

   -  aumento di comportamenti e percezioni sociali adeguate

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